Come cambia il lavoro di noi operatori nel dopo emergenza covid-19: Filomena

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Come cambia il lavoro di noi operatori nel dopo emergenza covid-19: Filomena

2020-06-27T14:43:39+02:00 News|

Filomena Flaminio, operatrice della salute mentale Polis e Kaos.

“All’inizio dell’emergenza eravamo tutti spaventati, più per l’incertezza, per il non sapere cosa fare e come poter fare quello che era consentito. Poi è arrivata al chiusura della struttura ed è subentrato un senso di vuoto sia per noi operatori sia per gli utenti. Internet ha consentito di rimanere in contatto, ma la cosa più stupefacente è che ha permesso di scoprire e sperimentare le qualità dei ragazzi e dei loro hobby: c’è il videomaker della natura, con foto di farfalle che si poggiano sulle foglie, chi discuteva e spiegava la filosofia, gli aspiranti chef. Abbiamo un tesoretto di video che tornerà utile per gli amici di Kaos. Tanto che nuovi progetti per il futuro sono scaturiti proprio da questi mesi di obblighi in casa. In attesa di riprendere le camminate, anche perché c’è tanta richiesta. Siamo finiti in libreria con il volume di Kaos, abbiamo ristrutturato il servizio di ascolto attraverso chiamate e videochiamate, abbiamo monitorato tutti gli utenti e telefonato a quelli che non sentivamo da tempo. Abbiamo avuto la sorpresa di risentire ospiti che si erano allontanati in passato. Adesso stiamo tornando alla normalità, prima con un utente, poi due, dopo tre e via dicendo. Una riapertura graduale per tornare alla convivenza in sicurezza, con tanta voglia di riprendere i vecchi progetti e pensarne di nuovi. Questo periodo di chiusura e lontananza è diventato uno stimolo per aggregarsi e scoprire il bello nell’altro. Come persone abbiamo vissuto un periodo forte, in cui ha prevalso, all’inizio, la paura. Come operatori è subentrato il senso di protezione e di tutela che dovevamo agli ospiti e a noi stessi. In questo le pratiche e i protocolli di Polis e della Salute mentale sono stati utilissimi. Abbiamo dovuto reinventarci, ma tanto aiuto è venuto proprio dai ragazzi. L’informatica ha aperto, infine, una finestra importante che ha permesso a tanti di partecipare, soprattutto a chi aveva timore a mostrarsi”.

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