Operatori Sociali in prima linea: Residenza Protetta “Brizi Bittoni” di Città della Pieve

//Operatori Sociali in prima linea: Residenza Protetta “Brizi Bittoni” di Città della Pieve

Operatori Sociali in prima linea: Residenza Protetta “Brizi Bittoni” di Città della Pieve

2020-05-05T15:16:20+02:00 News|

Letizia Framassi, operatrice socio sanitaria presso la residenza protetta “Brizi Bittoni” di Città della Pieve, insieme a tutto il gruppo che lavora nella struttura, ha cercato di rendere il più possibile normale per gli anziani ospiti un momento di reclusione forzata, senza poter ricevere le visite dei propri cari, e senza risparmiarsi.

“L’ambiente è sereno e tranquillo perché la dirigenza da subito, in maniera lungimirante, ha messo in atto tutte le procedure per una buona prevenzione. Già a fine febbraio erano state ridotte le visite dei parenti alle sole ore pomeridiane e poi, all’inizio di marzo, sospese del tutto. Anche i fornitori non hanno più avuto accesso alla struttura. E per garantire ancor di più la salute degli ospiti è stata attivata una procedura per gli operatori, con un percorso sanificato che inizia dall’ingresso e prevede lavaggio delle mani, cambio degli abiti, divisa, mascherine e guanti, nuova disinfezione prima di salire ai piani dove si trovano gli ospiti. Poi c’è la sanificazione del percorso e della struttura 4 volte al giorno. Abbiamo fatto tutti il test ed è risultato negativo per operatori e ospiti”.

Poi c’è il lavoro legato al benessere psicologico degli ospiti, compreso il continuo aggiornamento delle loro condizioni ai parenti. “Stiamo più attenti del solito, ci fermiamo a parlare un po’ di più con loro. Abbiamo capito subito che il contatto con parenti e amici era la prima mancanza in questo periodo. La struttura è di quelle aperte, con visite di parenti, amici e volontari; qualche ospite poteva anche uscire per andare a pranzo dai figli, ad esempio. All’improvviso si sono trovati chiuse e soli. Non bastano più quei momenti insieme del pranzo o della cena, quindi cerchiamo di sopperire alle mancanze. Sono aumentate, così, le iniziative interne: facciamo la pizza, giochi vari e altre iniziative di svago. Poi c’è il collegamento con il cellulare con le famiglie. È anche divertente vedere lo stupore di alcuni ospiti che non capiscono come sia possibile vedere il figlio o il nipote nello schermo, quasi non riescono a parlare, poi si sciolgono e sono contenti”.

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